Arte e cultura
Palazzi storici
Palazzi storici
Torre del Piccione
Le “muraglie”, insieme alla porta, sono testimonianza evidente del sistema di difesa che Lugnano aveva sin dal medioevo, con le loro torri ancora identificabili tra cui la Torre Palombara (o Torre del Piccione); quest’ultima assume, presumibilmente, un’importanza molto particolare nell’ambito dell’apparato di difesa della “Terra di Lugnano” per la sua posizione strategica che le permetteva di comunicare con le altre torri di guardia o di avvistamento sparse sul territorio, tra cui anche la torre-vedetta del Castello di Ramici, che costituiva l’avamposto per la difesa del territorio verso la vallata del Tevere, dove la “Terra di Lugnano” risultava più vulnerabile e circondata da Castelli nemici, quali Attigliano, Alviano e Guardea. Molto probabilmente, in essa si conservavano i piccioni viaggiatori, da cui partivano e tornavano, costituendo nel medioevo un importante mezzo di comunicazione specialmente con Orvieto, con cui Lugnano era alleato.
Particolari disposizioni dello Statuto sottolineano la cura che gli abitanti della Terra di Lugnano avevano per la manutenzione delle “muraglie” e per assicurarne l’efficacia difensiva: non si potevano tenere balconi (“profelurum”) o altre sporgenze sulle mura, mentre chi aveva delle finestre sulle mura di detta Terra doveva “ferrarle” così che “la distanza tra ferro e ferro sia di un palmo da ogni parte, alla pena di 100 soldi”.
Particolari disposizioni dello Statuto sottolineano la cura che gli abitanti della Terra di Lugnano avevano per la manutenzione delle “muraglie” e per assicurarne l’efficacia difensiva: non si potevano tenere balconi (“profelurum”) o altre sporgenze sulle mura, mentre chi aveva delle finestre sulle mura di detta Terra doveva “ferrarle” così che “la distanza tra ferro e ferro sia di un palmo da ogni parte, alla pena di 100 soldi”.
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